venerdì 21 settembre 2012

Una società che sa tutto non sa nulla...

Riflettevo su alcuni passaggi della mia vita e le scelte che ho fatto negli anni ’90  e.. passando di palo in frasca, ho elaborato una teoria tutta mia che però vorrei condividere con voi.
Quante guerre ci sono state negli anni 90?

Negli anni 90 il mondo si è ritrovato di fronte a due guerre: la guerra del Golfo nel ’91 e più tardi a quella del Kosovo.
Per lo meno questo è il ricordo che molti di noi (io compresa) hanno quando pensiamo a quella parte della storia.
In realtà, negli ultimi dieci anni del secondo millennio, oltre cento nazioni nel mondo sono state in guerra e milioni di persone sono morte in seguito a conflitti armati, torture e deportazioni; basti pensare al Ruanda, al Tibet, alla Cecenia o alla striscia di Gaza. In vaste zone dell’Africa e del Sudamerica numerose guerre civili hanno ucciso un numero elevatissimo di persone. Nonostante ciò, i dubbi sull’utilità di una guerra non si sono sollevati su questo tema bensì è stata la battaglia di un despota per accaparrarsi pozzi di petrolio e quello di un altro despota per un pezzo di terra a far sollevare l’interrogativo sull’opportunità delle guerre.
Curioso, non trovate? Ma perché?
 Un semplice sguardo al rapidissimo sviluppo della cultura mediatica occidentale mi fa capire perché vediamo le cose in questo modo. La televisione e Internet ci consentono di accedere a quasi tutte le informazioni che desideriamo; possiamo procurarci dati a ns. piacimento, senza tempi di attesa. Nessuna parte del mondo, nessun settore specialistico e nessuna intimità ci sono preclusi.
IN COMPENSO, CI ABBIAMO RIMESSO LA CAPACITA’ DI GIUDIZIO!!
Misuriamo l’importanza dei fatti mondiali in base al tempo che la televisione dedica loro: due minuti di Cecenia, tre minuti di notizie locali, un minuto di cultura, le previsioni del tempo. Il problema è che ci siamo abituati a fidarci ciecamente della valutazione dei media e di conseguenza incorriamo in un errore:
scambiamo una domanda per un’altra e, invece di chiederci se qualcosa è interessante per  NOI , ci chiediamo se è interessante IN LINEA DI PRINCIPIO (oppure non ce lo chiediamo proprio) e lasciamo che siano i media a rispondere per noi.        
E’ determinante dunque il ruolo dei media con la loro recente e pervasiva diffusione e con il loro notevole influsso: il loro potere sulla società e sugli individui è indiscutibile. Ciò che avviene, in realtà avviene sui media (giornali, televisione, internet); altrimenti, è come se non avvenisse. Nella percezione sociale nessun fatto, sia che accada sotto casa sia che avvenga a migliaia di chilometri di distanza dal luogo in cui viviamo, avviene se non è raccontato e mostrato dai media e più tempo viene speso su quel fatto, più questo acquista importanza..per noi.. per la società.
Pazzesco!
Ciò che occorre nella nostra epoca è sì l’onestà intellettuale di chi informa, ma anche la coscienza critica del ricettore delle informazioni, della società nel suo insieme: operatore della informazione è anche chi riceve il messaggio e non solo chi lo invia.
Tutti protagonisti dunque: solidali sì, ma non omologati!
Per cui vi invito ogni qualvolta leggerete una notizia, a soffermarvi su di essa e a porvi delle domande…non dare sempre per oro colato quello che vi dicono.
In fin dei conti noi siamo esseri pensanti...almeno credo ;)

Notte e …stay tuned!




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